In base al macchinario e all’utensile utilizzato è possibile ottenere fori circolari molto piccoli (a partire da 1 mm di diametro) fino ad arrivare ad alcuni centimetri.
Le caratteristiche della punta utilizzata per forare il legno incidono moltissimo sulla qualità e sulla precisione dei fori ottenuti, tanto più che durante il processo di foratura intervengono diverse variabili a influenzare il risultato finale.
Puntare sulla qualità degli utensili per foratura diventa dunque fondamentale per conseguire risultati apprezzabili, soprattutto nelle lavorazioni in cui è richiesto un elevato livello di finitura e precisione dei fori.
Nell’industria del legno e del mobile, forare il legno è una lavorazione di routine, eseguita per molteplici scopi. Fori, asole e sedi vengono realizzati per inserire cerniere, serrature o per disporre ripiani: nell’industria dell’arredo la foratura è un processo cardine che necessita della massima precisione possibile per garantire il perfetto incastro dei vari componenti.
Per questo motivo, richiede l’utilizzo di macchinari di eccellente qualità e di utensili per foratura adeguati alla tipologia di foro che si intende eseguire, oltre che di personale esperto e qualificato che li sappia utilizzare al meglio.
Nel prosieguo dell’articolo cercheremo di capire meglio il processo di foratura del legno in termini di lavorazione, scopriremo quanto incidono gli “attrezzi del mestiere” sul risultato finale e vedremo quali sono le caratteristiche che possono fare la differenza negli utensili per foratura.
Sul mercato esistono diverse tipologie di macchine per forare il legno.
La scelta dell’una o dell’altra tipologia dipende in primo luogo dalle dimensioni dell’azienda. Un conto, infatti, è gestire una piccola falegnameria, un altro è dover sostenere la produzione serrante delle medio-grandi industrie che lavorano il legno.
Nella scelta delle caratteristiche del macchinario per foratura legno da utilizzare bisognerà tenere conto anche e soprattutto del tipo di lavorazione da eseguire.
Diamo uno sguardo alle principali tipologie di macchine foratrici utilizzate a livello industriale.
Se è vero che l’automazione e la tecnologia delle macchine foratrici di ultima generazione riescono a garantire risultati performanti e massima precisione nel forare il legno, è altrettanto vero che la qualità finale del processo di foratura è determinata anche dalla tipologia e dalla qualità delle punte a forare utilizzate.
Il tema degli utensili per foratura, che approfondiremo tra poco, è strettamente connesso al processo di foratura, che permette di realizzare diverse tipologie di foro.
Se è possibile diversificare così tanto la forma, la dimensione e il tipo di foro, ciò si deve soprattutto alle caratteristiche fisico-meccaniche del legno, che è un materiale “vivo” ad elevata lavorabilità.
Ma quanti tipi di fori esistono? Scopriamolo!
Di forma cilindrica, il foro cieco non attraversa completamente il materiale da lato a lato: si tratta di una foratura parziale del pannello, visibile solo da una parte. Le dimensioni variano compatibilmente allo spessore del pannello e all’utilizzo che se ne deve fare.
Generalmente, questa lavorazione si rende necessaria per fissare gli sportelli di un mobile, per riservare il posto a tasselli o spine per il montaggio di mensole o per assemblare componenti di una stessa struttura, come ad esempio un armadio.
Come suggerisce il nome, questo tipo di foro cilindrico passa attraverso il pannello da parte a parte. Viene realizzato principalmente per motivi funzionali, ad esempio per creare nel pannello uno spazio per far passare cavi elettrici o per inserire qualche componente del mobile, ma in alcuni casi può avere anche semplici finalità estetiche.
In questo caso, all’imboccatura del foro è presente un piccolo tratto conico, che può essere sia cieco che passante, la cui funzione è quella di consentire l’inserimento di una vite o di un bullone a testa svasata in modo tale che la testa della vite sia allineata con la superficie del pannello.
Alcuni tipi di foro sono realizzati appositamente per ospitare cerniere, altri hanno le pareti inclinate (foro conico), mentre alcune tipologie presentano all’imboccatura una parte di foro di diametro maggiore per consentire l’alloggiamento della testa di un bullone.
Come scegliere la punta a forare più adatta a realizzare il tipo di foro che ci interessa?
Anzitutto c’è da premettere che il legno è un materiale “morbido”, lavorabile. Tale caratteristica agevola il processo di foratura, rendendolo più veloce rispetto alla lavorazione di materiali duri come il metallo. Ciò non significa però che forare il legno sia un’operazione semplice e indolore o che non siano richieste conoscenze tecniche specifiche.
In realtà, è vero esattamente il contrario: con il legno bisogna prestare più attenzione nel momento dell’esecuzione del foro, in quanto il rischio di “bruciare” il pannello è più alto rispetto a quello che correremmo con materiali più duri e compatti.
Una delle criticità maggiori della lavorazione di foratura legno è proprio quella di riuscire a realizzare fori di entrata e uscita puliti, con un’ottima finitura, senza intaccare le delicate fibre legnose.
Dalla precisione con cui vengono realizzati i fori dipende la stabilità e la tenuta di un mobile. E di inverso, qualsiasi imprecisione, anche minima, può risultare deleteria.
Ora è più chiara l’importanza degli utensili nell’economia della lavorazione di foratura del legno?
Come accennato, le macchine foratrici di ultima generazione sono altamente performanti e in grado di realizzare in modo preciso un alto numero di fori, ma la qualità di finitura dipende in larga parte dall’utensile che viene utilizzato.
Tutto può fare la differenza (nel bene o nel male) quando si tratta di forare il legno: dall’impostazione dei parametri di velocità alla scelta di punte a forare con geometrie e denti adatti alla lavorazione da eseguire, passando per la bravura e la precisione dell’operatore.
Proprio perché parliamo di lavorazioni in cui conta tantissimo essere precisi, la scelta degli utensili per foratura non può essere fatta a cuor leggero o senza avere contezza di tutti i fattori in gioco.
Ecco perché è fondamentale lasciarsi guidare da produttori di comprovata esperienza che sappiano indirizzare gli utilizzatori verso le punte di forma e dimensione adatte alla lavorazione da eseguire, tenendo conto della precisione che si desidera ottenere e del tipo di legno da lavorare.
Niente può essere trascurato o lasciato al caso. Occorre analizzare i vari parametri e chiedersi: quale parte del pannello è coinvolta nella lavorazione? Quanto deve essere profondo il foro? Che grado di finitura è richiesto?
Solo mettendo insieme tutte le risposte sarà possibile individuare la forma, il materiale e la geometria dei taglienti più adatti per le punte a forare.
La prima classificazione è anche quella più intuitiva: ogni tipo di foro ha la sua punta dedicata.
Quindi, avremo:
E il materiale?
Tutte le tipologie di punte a forare indicate possono essere realizzate con taglienti in diamante Policristallino (PCD), Metallo Duro (HW) o Metallo Duro Integrale (HWM).
Andiamo a scoprire le differenze tra i materiali in termini di caratteristiche, prestazioni e utilizzi.
Le punte a forare in PCD, grazie alla loro compattezza e straordinaria resistenza all’usura, vengono efficacemente impiegate per lavorazioni foratura su materiali compositi abrasivi, difficili da lavorare con il metallo duro, e per forature ripetute su truciolare, laminati, MDF, MDF rivestito e melaminici. Generalmente, il corpo di questi utensili per foratura è realizzato in metallo duro (HW) o in metallo duro integrale (HWM).
Le punte a forare in diamante policristallino garantiscono anche basso attrito e una maggiore durata di taglio rispetto alle altre tipologie.
Proprio per la qualità del foro che riesce a garantire, la punta in PCD è più costosa della versione in metallo duro integrale, sebbene in breve tempo la differenza di investimento iniziale venga ripagata dalle ottime prestazioni tecniche e dalla maggiore velocità di esecuzione, che consente di aumentare la produzione, ottimizzare il rendimento e ridurre i costi relativi alle lavorazioni.
Le punte a forare in HW o HWM sono adatte alla lavorazione di laminati, di legni massicci e suoi derivati.
Il metallo duro, infatti, associa l’elevata resistenza all’usura alla resistenza alla propagazione delle spaccature.
Per via della loro tenacia, le punte in HW vengono usate soprattutto per le lavorazioni di legni duri che richiedono uno scarico maggiore di truciolo.
Sono adatte anche alle lavorazioni “versatili”, in cui la tipologia di materiale processato nella stessa giornata varia frequentemente, riuscendo a produrre tagli molto netti e finiture di buona qualità.
Inoltre, la capacità di resistere a temperature elevate rende gli utensili per foratura in metallo duro perfetti per lavorare in sicurezza in modo ripetuto con la maggior parte dei macchinari di foratura.
In questo articolo, abbiamo visto in che misura incide la scelta delle punte a forare sul buon esito del prodotto in legno: può bastare una minima imprecisione del foro per compromettere la stabilità e la tenuta di un mobile.
È vero che in ambito industriale vengono impiegate macchine per forare il legno così innovative e automatizzate da ridurre al minimo il rischio di errori, ma la componente umana (ossia la precisione dell’operatore) e l’impiego dell’utensile foratura giusto continuano a essere elementi che fanno la differenza.
Per questo motivo, quando scegliamo la punta e l’utensile per realizzare i vari tipi di foro è indispensabile affidarsi a fornitori esperti e competenti, come Wirutex che da più di 40 anni produce un’ampia gamma di utensili per foratura, con taglienti in diamante policristallino, metallo duro e metallo duro integrale da impiegare su macchine foratrici e centri di lavoro CNC.
L’unico modo per avere risultati affidabili e garanzia di lavori precisi e qualitativamente impeccabili è proprio quello di affidarsi ad aziende che siano in grado di analizzare tutti gli aspetti che coinvolgono la lavorazione e giungere alla scelta della tipologia di punta più idonea.
Sappiamo, ad esempio, che i legni non sono tutti uguali. In base alla consistenza – duro, tenero, composito, puro, lamellare, stratificato – andrà scelta la punta con la geometria e la dimensione più adeguata. Alcuni legni, come il truciolare, possono contenere al loro interno scarti di metalli: è importante sapere che le punte in diamante non sono compatibili con i materiali ferrosi e che, dunque, in questi casi vanno utilizzati gli utensili per foratura in metallo duro o metallo duro integrale.
Questi sono solo alcuni esempi di quanto sia importante nella scelta degli strumenti per forare il legno affidarsi a fornitori competenti ed evitare rigorosamente l’improvvisazione.
Non rimane che visitare la sezione dedicata alle punte a forare targate Wirutex hi-tech tools e seguire i consigli degli esperti!